sabato 3 settembre 2016

In viaggio


1 settembre,  Madrid / Barajas / ore 22,35 (it)

Il mio amico Condorito ha cercato di suggerirmi qualche profonda riflessione su questo mio ritorno in solitaria alla terra degli origini, per la verità con scarso successo. Chi mi conosce bene, capirà. Partiti dall’aeroporto Marconi di Bologna e non appena l’aereo si è stabilizzato ad un certa quota, mi sono addormentato profondamente ed svegliato al nostro arrivo a Madrid , arrivo avvenuto con ben 18 minuti d’anticipo come mi sembra di aver intuito dall’annuncio del pilota che di cognome faceva Mendoza, dico intuito perché non ho mai capito nulla degli annunci in aereo, ed io domando: perché, c’e qualcuno che gli capisce?
Una buona notizia: il controllo di polizia a Madrid è stato semplificato e ridotto alla sola esibizione del passaporto, quindi, non c’è stato bisogno di sopportare quelle spagnole isteriche che ti facevano levare perfino le mutande…

Un'altra buona notizia (sic!) è che non esiste più l’area fumatori, quel gabbiotto di cristallo di 12 mtrq che nel migliore dei casi era una camera a gas… quindi Golia plus  alla menta…

Adesso attendo le ore 24 per la partenza della tratta Madrid Santiago.   Dopo una prima e sommaria ricognizione mi sembra che non ci sono, per adesso,  ragazzini di quelli che invece di camminare cavalcano. Speriamo bene, potrebbero, se ci fossero, mettere in  pericolo le mie intenzioni di continuare a dormire non appena si sia stabilizzato il velivolo. Se tutto va bene ad un certo punto sentirò una voce (quella del pilota) che dice “capo… Siamo arrivati…  come  già mi è successo più  volte in altri  mezzi di trasporto.
 



In volo, 2 settembre , ore 7.30 (it).

Cavalcando questo Cavallo di ferro, come lo chiamava Neruda, avanziamo immersi in multiformi praterie di zucchero  filato, aggiungo io. Lasciato Barajas, in pochi minuti il cavallo  si è stabilizzato ad una quota di poco più di 10.000 metri ed ad una velocita di crociera che oscilla tra 870/880 km/h. L’aria condizionata si sente un tantino  troppo quindi tiro fuori un maglia   di cottone prevista diligentemente per questo tipo di occorrenza e quindi senza altro indugiare   zzzzzzzzzz….zzzzzzzzzzzz (nota  per il lettore: i  puntini stanno a significare   che il sogno ha avuto una breve interruzione in quanto ci hanno servito una specie di cena, siamo buoni e chiamiamola cena). Superato quel breve inconveniente ad un certo punto mi  sono svegliato e capito che abbiamo percorso 6.291 km e che ci mancano 4.500 quindi il più è fatto. Il monitor afferma che ci aspettano ancora 5 ore e 21 minuti di viaggio, che da poco abbiamo traversato l’equatore e che sorvoliamo Teresina nel Nord Est del Brazile. Diciamo che siamo in SudAmerica (che non ho mai capito se si scrivi tutto attaccato o separato).

Altre annotazioni linguistiche importanti:

1.- non posso contare con l’aiuto della mia pazientissima correttrice di bozze (Claudia, mia mogli) e, quindi il testo del blog è da ritenersi scritto in ITAGNOLO e penso che ogni giorno che passi sarà sempre più GNOLO

2.- la dicitura  “ si sente un tantino troppo “ mi sembra una bellissima anconetanata”,

per oggi basta,  è solo una prova e non so se la connessione mi funziona

3 commenti:

  1. vai Ric che il tuo itagnolo è perfetto, buon arrivo. Sandro

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  2. Ciao Riccardo non dormire troppo ...
    Aspetto la laguna

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  3. Ciao Riccardo non dormire troppo ...
    Aspetto la laguna

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