1 settembre, Madrid / Barajas / ore 22,35 (it)
Il mio amico Condorito ha cercato di suggerirmi qualche
profonda riflessione su questo mio ritorno in solitaria alla terra degli
origini, per la verità con scarso successo. Chi mi conosce bene, capirà. Partiti
dall’aeroporto Marconi di Bologna e non appena l’aereo si è stabilizzato ad un
certa quota, mi sono addormentato profondamente ed svegliato al nostro arrivo a
Madrid , arrivo avvenuto con ben 18 minuti d’anticipo come mi sembra di aver
intuito dall’annuncio del pilota che di cognome faceva Mendoza, dico intuito
perché non ho mai capito nulla degli annunci in aereo, ed io domando: perché,
c’e qualcuno che gli capisce?
Una buona notizia: il controllo di polizia a Madrid è stato
semplificato e ridotto alla sola esibizione del passaporto, quindi, non c’è
stato bisogno di sopportare quelle spagnole isteriche che ti facevano levare
perfino le mutande…
Un'altra buona notizia (sic!) è che non esiste più l’area
fumatori, quel gabbiotto di cristallo di 12 mtrq che nel migliore dei casi era
una camera a gas… quindi Golia plus alla
menta…
Adesso attendo le ore 24 per la partenza della tratta Madrid
Santiago. Dopo una prima e sommaria
ricognizione mi sembra che non ci sono, per adesso, ragazzini di quelli che invece di camminare
cavalcano. Speriamo bene, potrebbero, se ci fossero, mettere in pericolo le mie intenzioni di continuare a dormire
non appena si sia stabilizzato il velivolo. Se tutto va bene ad un certo punto
sentirò una voce (quella del pilota) che dice “capo… Siamo arrivati… come già
mi è successo più volte in altri mezzi di trasporto.
In volo, 2 settembre
, ore 7.30 (it).
Cavalcando questo Cavallo di ferro, come lo chiamava Neruda,
avanziamo immersi in multiformi praterie di zucchero filato, aggiungo io. Lasciato Barajas, in
pochi minuti il cavallo si è
stabilizzato ad una quota di poco più di 10.000 metri ed ad una velocita di crociera
che oscilla tra 870/880 km/h. L’aria condizionata si sente un tantino troppo quindi tiro fuori un maglia di
cottone prevista diligentemente per questo tipo di occorrenza e quindi senza
altro indugiare zzzzzzzzzz….zzzzzzzzzzzz
(nota per il lettore: i puntini stanno a significare che il
sogno ha avuto una breve interruzione in quanto ci hanno servito una specie di
cena, siamo buoni e chiamiamola cena). Superato quel breve inconveniente ad un
certo punto mi sono svegliato e capito che
abbiamo percorso 6.291 km e che ci mancano 4.500 quindi il più è fatto. Il
monitor afferma che ci aspettano ancora 5 ore e 21 minuti di viaggio, che da
poco abbiamo traversato l’equatore e che sorvoliamo Teresina nel Nord Est del
Brazile. Diciamo che siamo in SudAmerica (che non ho mai capito se si scrivi
tutto attaccato o separato).
Altre annotazioni linguistiche importanti:
1.- non posso contare con l’aiuto della mia pazientissima
correttrice di bozze (Claudia, mia mogli) e, quindi il testo del blog è da
ritenersi scritto in ITAGNOLO e penso che ogni giorno che passi sarà sempre più
GNOLO
2.- la dicitura “ si
sente un tantino troppo “ mi sembra una bellissima anconetanata”,
per oggi basta, è
solo una prova e non so se la connessione mi funziona

vai Ric che il tuo itagnolo è perfetto, buon arrivo. Sandro
RispondiEliminaCiao Riccardo non dormire troppo ...
RispondiEliminaAspetto la laguna
Ciao Riccardo non dormire troppo ...
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