Il 18 settembre si festeggia in Cile l’anniversario della
indipendenza nazionale dalla colonizzazione spagnola (1810) anche se l’indipendenza vera e propria
avvenne qualche anno più tarde dopo una bruttissima guerra civile. In sostanza
si trattava del tentativo inglese di mettere mano sui possedimenti spagnoli
nelle Americhe, in quanto allora la Francia si era stabilita con Josè Bonaparte nella penisola iberica (fratello di Napoleone e detto Peppe Bottiglia per le sue inclinazioni al alcol), presenza che ai britannici provocava una certa urticaria e
quindi favorì l’indipendenza delle colonie spagnole. Come al solito una guerra
locale per conto di altri.
Da allora in Cile si “festeggia “ alla grande con feste
popolari, balli folcloristici ovunque e soprattutto cuccina tipica e tanto, ma
tanto vini (dico tanto). Si mangia e si beve in ogni piazza, in ogni parco e
chi non può andare fuori lo fa nella propria casa sempre con grigliate profumatissime
ed ottimo vino rosso in una citta imbandierata e piena di ghirlande tricolori. Negli angoli delle strade gli amici si
abbracciano e si augurano buone feste e per il forestiero sembra di essere a
pasqua o capodanno.
I giornali e la TV
abbondano di notizie e racconti che stimolano il già non trascurabile
orgoglio nazionale e l’identità di questo popolo vissuto da sempre
nell’isola tra il Pacifico, le Ande, l’Antartide ed il deserto. Per tre giorni
il paese si paralizza e per una legge dello Stato che indica queste come le uniche
giornate (18 e 19) di ferie “irrinunciabili” e cioè l’unico giorno dell’anno dove tutto è
chiuso compressi i grandi supermercati per trdizione sempre aperti a tutte le ore. (chiusura abituale ore 24)
Quindi io ho presso la mia valigia e me ne sono andato a
Valparaiso dove il 17 ho partecipato
invitato da una grande famiglia (50, 60 persone) ad un picnic gigante in un bel
parco nei presi del lago Penuelas:
Grigliate, empanadas (calzoni cotti al forni ripieni di carne , cipolla, uova
sode, una passa e … qualche condimento) più una monumentale collezioni di
insalate di ogni tipo. Naturalmente chitarre, balli, canti e giochi della
tradizione popolare. Il 18 ho fatto il bis in un bel balneario a nord di
valparaiso e per completare la serie il 19 in Valparaiso vero e proprio, sono
stato ommaggiato con un pastel de choclo (sfornato di granoturco arricchito di
carne, pollo cipolle, origano a va a sapere quant’altro.
Oggi 20 settembre , mentre scrivo, ormai di ritorno a Santiago bevo una tisana di
Boldo , tradizionale erba digestiva. Domani si torna alla ”normalità”.
Chi vuole venire in Cile è caldamente consigliato dalla redazione di Condoricose di
farlo in occasione della festa nazionale, non se ne pentirà.
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| il mio compagno di viaggio Condorito balla la cueca, il ballo nazionale |

Ah avevo sbagliato: erano le empanadas.....Ehi, te sei ingrassato? non fai altro che mangià e beve? Poro fegato....
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