mercoledì 7 settembre 2016

Il desero donato


6 settembre  (l’arrivo)

Oggi alle 6 am ho lasciato Santiago verso nord, per Calama i passeggeri erano alcuni turisti e  gente che lavora con o per le miniere del rame e semplici minatori, infatti molti, oltre il bagaglio a mano, avevano il casco, le scarpe grosse, la pelle indurita dal sole e dal sale e le mani potenti. Calama e un grande “emporio” sorto dal nulla in mezzo al deserto per soddisfare tutti i bisogni dei minatori e dico tutti, infatti è la città del Cile con il più alto nume di prostitute…. Parliamo della miniera di rane ci Chuquicamata, la più grande del mondo a cielo aperto, a pochi chilometri da li. Noi però abbiamo preso un'altra strada – verso sud est, per una buona strada asfaltata che si chiama “ruta del deserto”. Si tratta di 96 km in mezzo al nulla o per dirla meglio in mezzo ad un tutto infinitamente diverso. A vista d’occhio c’è terra, sabbia, pietre, Colline, rilievi, crepacci, fossi di mille forme e dei mille colori della terra, della sabbia e delle pietre. Non un filo d’erba, il verde non esiste, si va dal bianco cenere al marrone al nero al rosso e contrariamente a quello che si possa pensare non è in modo alcuno monotono, soltanto non c’è il verde, Cambia la gamma cromatica ma la fantasia della natura rimane tutta. Su questa terra e sulla gente che la abita la letteratura è copiosa e racconta dell’infinito geografico e dell’infinito senso della solidarietà degli uomini che vivono in condizioni inimmaginabilmente dure. Sono romanzi che parlano delle lotte e dei sogni, delle solitudini e del senso di collettivo, di geografia e del cielo limpido che non conosce cosa sia una nuvola, anche perché se ci fossero le nuvole, ci sarebbe l’umidità ed allora quello  non  sarebbe il deserto più arido del mondo. Sono molte le pagine scritte, non ultimo un soave ed intimo racconto breve di un certo Ricardo Javier Madrid de la Barra dal titolo il Deserto negato, ormai obsoleto perché oggi 6 settembre 2016 il deserto mi è stato finalmente donato. (segue quando mi sia passata la stanchezza delle emozioni, dei 2.650 mr s.l.m., del caldo e ell’area pungente)

3 commenti:

  1. Ricky sei un narratore splendido. E' come se fossimo lì con te! EHi, occhio all'altitudine....Un abbraccio mio grande narratore
    Davide "The King"

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  2. Ci emozioni con i tuoi stupendi racconti. Javier mi mancava nel tuo nome. Fabio Travagliati

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  3. Ci emozioni con i tuoi stupendi racconti. Javier mi mancava nel tuo nome. Fabio Travagliati

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