Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere il mio blog, il numero delle presenze giornaliere mi ha aiutato ad andare avanti con “assiduità” come mi ero ripromesso all’inizio. Credo che qualche spunto su questa terra vi sia arrivato o per lo meno me lo auguro.
Nel fondo non voglio fare un bilancio perché salterebbero fuori cose che si sarebbero potuto fare o persone che non ho viste, ma va benissimo così. Prima di tutto volevo andare a nord, nel deserto, ed è stato bello ed importante, poi dovevo incontrare i miei compagni di scuola ed è stata una cosa piacevole: “i ragazzi del ’66 stiamo bene”. Infine ho visto amici e compagni, “quelli di una volta”, visitato luoghi, sentito odori, provato l’umidità salina del mare tra le mani, calpestato il pavimento di quella che fu la mia università, visto le onde del Pacifico, guardato ogni mattina le Ande, parlato il castellano, ripreso l’accento dei cileni, guardato con l’attenzione della maturità piazze, musei, chiese, monumenti, targhe, ascoltato musica e tanto altro ancora. Diciamo che le mie radice sono salve
Sono contento di tornare in Italia: diciamo che la mia identità “mista” è salva anche questa.
Sulla “mia finestra sul cortile”: ho guardato con attenzione il palazzo di fronte, credo per l’ultima volta. Sui ragazzi del 16° piano e gli altri, nulla da segnalare, soltanto che in 32 balconi ci sono i panni stessi e quindi ieri - oppure oggi - ci siamo dati al bucato… Mi auguro che a loro vada tutto bene, che non debbano mai abbandonare questa terra con violenza o contro la loro volontà, mi auguro anche che prendano la democrazia sul serio, loro che così giovani non sanno cosa vuol dire averla persa, è un’altra generazione, molto entusiasta, ottimista e credo anche preparata… Auguri ragazzi!
Agli amici di Liberato Zambia e della Banda Musicale di Torrette dico: “fatti vostri… mò arrivo!”
Vi saluta Condorito e anche io.
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