Oggi l’ho fatta grossa. Ho presso la Metro e poi un tassi
(che è risultato abbastanza salato) e me ne sono andato a quella che fu la
casa dei miei genitori e la mia fino all’ultimo giorno della mia vita in Cile
(1973). Calle Llavverias n° 1772, appunto. Ai piedi di un colle di nome Manquehue che in lingua
originale mapuche significa “luogo dei Condor”.
Quartiere alto, “Vitacura” (pietra grande)
irriconoscibili per traffico e costruzione di grandi ed eleganti palazzi, ma Llaverias
c’è. Cambiata ma c’è e la casa pure. Davanti c’è una signora sulla quarantina
che lavora con i guanti nel giardino e allora domando: ma questo è il n° 1772? Si,
dice lei, chi cerca? Nessuno dico -
io
ho vissuto qui più di 40 anni fa. E Lei mi guarda e dice: allora tu sei un Madrid…. E
parte, è un fiume in piena, la casa la tiene molto bene anche se c’è disordine perché
ci sono i muratori, il giardino è curatissimo e ci tiene molto, Vede, mi dice, li ci sono le calle perché un vecchio giardiniere, mi disse che a suo padre le
piacevano tanto li, in quel posto, sotto il muro perché hanno bisogno di un
po’ di ombra, in fatti li ci sono state sempre le calle a casa mia. Il terreno
è piccolo ma c’è il prato e ci sono le rose, gli avocado, i limoni e la piccola terrazza davanti ed una più grande,
dietro casa, che aveva fatto fare mio padre… e mi fa entrare e parla e parla, ed
entro in camera mia, e vado in cucina, e già che ci siamo entro perfino in
bagno e nella camera che fu dei mie genitori, e parla e parla e mi dice che i vicini più anziani si
ricordano ancora di lui e che lo chiamavamo “il Sindaco” perché ci teneva a che
la strada fosse in ordine, pulita e con i giardini curati, e mi dice che quel cugino
mio che abitava di fronte (fascistone, penso io) - che a me stava tanto antipatico - è
andato via e io dico “menomale” e lei
dice: si, menomale, ed è un diluvio di ricordi e lei
parla e parla e mi si sensibilizza la pelle e me dura ancora
che sono passate più di 9 ore. Cerco di andare via ma lei vuole ancora
raccontare e mi dice che devo tornare la sera quando c’è suo marito… così ne
parliamo… e prendiamo un aperitivo ed io le dico che lei è gentilissima ma che per me basta così e prima di andare via mi rigala una busta con
avocado, belli grandi e profumati dal suo giardino o diciamo meglio: dal
nostro. E come al solito in queste situazioni non sono riuscito a fare
fotografie: come fai a fare il turista giapponese in una situazione del genere!,
(quelle che pubblico le ho trovato su internet) e quindi ho fatto quello che
sempre ho fatto quando mi succedono cose del genere, mi sono messo a camminare
e sono andato a piede, lontanissimo, a prendere la metropolitana che in parte
mi ha riportato alla normalità.
 |
| ... ed io dico che dietro quel verde a sinistra c'è Llaverias 1772 |
 |
| Il Manquehue (luogo dei condor) |
Nessun commento:
Posta un commento