giovedì 21 settembre 2017

Lo Zambia ci sorride



Conclusa la prima giornata di questa incursione africana, siamo seduti in torno ad un tavolo (e con una birra a portata di mano), ogni uno a tirare le proprie somme. Chi scrive, chi usa Facebook, chi whatsup. Io torno al mio caro Condoricose
Percorrere nuovamente questo territorio è ancora una emozione forte,
Dopo un lungo e “pesantino” viaggio siamo arrivati al “Aeroporto Internazionale di Ndola” (una piccola capanna con il tetto di onduline (in Cile si dice “di fonola”).
Ricevuti, come al solito, da una suora che sorridente agitava le mani abbiamo iniziato il nuovo percorso. A cena, ieri, abbiamo fatto il punto sul nostro programma e da oggi si fa sul serio.
Il caldo è stato consistente e anche se non è la prima volta che visito questi luoghi, i sorrisi dei bambini non sono una cosa già vista. Sono un carburante che ti aiuta ad andare avanti con tutto l’entusiasmo del quale sei capace.
La nostra è una piccola associazione di volontari che dispone di modeste risorse finanziare raccolte in Italia con non poca fatica. Quindi valutare e soprattutto  dover scegliere gli interventi che porteremmo avanti è compito difficile. Molto difficile.
Arrivati in un posto nel gruppo  scatta una sorta di “naturale” divisione tecnica del lavoro, alcuni pensano ai lavori da fare sulle strutture, ad intuire i costi e i tempi, a fotografare, a pensare possibili soluzioni. Altri, e tra questi io, ci dedichiamo a vivere con queste centinaia di bambini, a giocare, a ridere, a fare amicizia. E’ lì che da una tasca salta fuori il naso rosso da clown ed il tutto si conclude con una grande e collettiva “carcajada” (risata). E’ così. E proprio lì che i soldi passano in secondo piano certi di aver contribuito ad un piccolo, anche se breve, momento di felicità. Andiamo avanti e siamo soddisfatti.

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