| Cimuga |
Cosa
ti porti in dietro dal cuore dell’africa? Per prima cosa i sorrisi dei bambini,
poi, i tramonti, le ondeggianti strade di terra rossa, il caldo, il senso di ospitalità
delle suore, l’attenzione e serietà di queste quando si parla dei nostri
progetti, i problemi che abbiamo risolto, i tantissimi nuovi problemi che
cercheremmo di risolvere, le cifre del denaro che dovremmo raccogliere con
un’azione straordinaria, i mercati di surreale disordine, le donne che
camminano e camminano sulle strade polverose, i colori, le serate di
discussione all’interno del gruppo, le idee per il lavoro in Italia, l'elenco delle ristrutturazioni urgenti delle strutture dove operiamo, la
povertà, la fame, l’immondizia ai bordi delle strade, la mancanza di igiene
nelle strutture sanitarie, i bambini e i ragazzi che in divisa camminano e
camino per andare a scuola, i piedi scalzi, il bambino di 3 anni che mangia
seduto per terra e che con una mano difende il suo piatto e con l’altra intinge
una palina di polenta nel succo della verdura cha ha appena terminato, i
frequenti chek point della polizia, la frontiera con il Congo, la gestualità
dei saluti e dei ringraziamenti, la trasparente devozione dei fedeli a messa la
domenica, la musicalità ed il ritmo, la madre con due bambini vestiti a festa
che hanno camminato 2 ore per parlare con noi sull’adozione a distanza, i
leccalecca che regaliamo ovunque andiamo e che ai bambini piace tanto, la donna
che ci accudisce e che a sorpresa ci fa trovare i panni lavati e stirati, la
notizia che alcuni giorni fa sono morti due bambini principalmente per
denutrizione, l’indignazione per questo, l’indignazione perché so che ci sono quelli
che non si indignano, l’improbabile “aeroporto internazionale di Ndola”, l’allegria
di alcune giovanissime suore francescane. Il generoso rigore di Davide, l’amicizia
di Giulia e Alessandra e la serietà di Claudio che qualche anno fa mi invitò
per la prima volta in Zambia. Ma soprattutto mi porto nel cuore Cimuga, il
bambino che nel tardo pomeriggio mi aspetta sorridente e che quando mi vede, zoppicando
si avvicina, mi prende per mano e mi fa vedere il suo collegio, il cortile dove
gioca, il luogo dove si nasconde, lo stanzone dove dorme. Cimuga che quando vado via si intristisce.
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